L’eterogeneo mondo del music making britannico
I complessi amatoriali nel Regno Unito hanno una lunga storia che parte dai precursori di John Banister e passa attraverso le Settlement Houses e la beneficenza culturale dell’epoca vittoriana. Quest’epoca ha cambiato le politiche di educazione degli adulti fino agli anni post-seconda guerra mondiale, quando ancora le orchestre amatoriali erano spesso gestite e finanziate come classi negli istituti locali di istruzione per adulti, che hanno fornivano sale prove, insegnanti e strumenti.
Negli ultimi quindici anni la musica amatoriale classica non attrae più gli stessi livelli di contributi pubblici centrali e locali di altre forme d’arte, percepite come più “inclusive”. Inoltre il cambiamento della cultura giovanile, che ha molti più collegamenti con il tempo libero e meno con attività educative come questo genere di musica sembra invece spesso richiedere, ne alimenta la percezione come settore “di nicchia”. I progetti musicali ne hanno ovviamente risentito e le orchestre inglesi si strutturano oggi come corpi auto-finanziati dagli stessi membri e in grado di competere sul mercato dei servizi musicali, fornire assistenza professionale (direttori, solisti, strumenti, amministrazione, aggiunti) e avere anche un proprio pubblico di riferimento.
La scena musicale amatoriale nel Regno Unito dunque è passata attraverso molti cambiamenti. E attualmente le difficoltà finanziarie delle arti in generale e della musica classica in particolare sono visibili in un forte taglio dei costi, aggravato dal fatto che la musica classica viene percepita come elitaria e riservata agli anglosassoni e alla classe media della società. Forse per questo, almeno a livello mediatico, la musica amatoriale ha molta poca attenzione e i critici raramente vanno a sentire concerti di non-professionisti. E tuttavia nel 2009 un rapporto del governo ha individuato oltre 11.220 gruppi musicali amatoriali (la punta di un iceberg, dal momento che molti “gruppi” sono talmente informali che mai sarebbe possibile includerli in un sondaggio ufficiale). Inoltre dall’anno scorso la BBC ha cominciato a organizzare una competizione per “orchestre amatoriali”: la migliore si sarebbe potuta esibire ai Proms Concert.
Per quei gruppi classici non così informali, con l’aiuto di un foglio di calcolo e di un semplice codice scritto più di dieci anni fa, Geoff Russell porta avanti un sito internet in cui si può accedere a recapiti (telefono, email, indirizzo della sede, repertorio, sito internet) di oltre novecento orchestre dislocate su tutto il Regno Unito.
Mentre in Venezuela, al di là della diversa applicazione e ambiguità delle politiche, esiste un ente centrale e una politica statale istituzionale sulle orchestre, nel Regno Unito la molteplicità (e la privatizzazione del settore culturale) è ampiamente accettata. Per questo le politiche in fatto di finanziamento statale delle orchestre amatoriali, ispirate ad un uso della musica come legante sociale, hanno seguito un itinerario ben diverso da quelle venezuelane: dall’essere il centro, in epoca vittoriana, di tutta una serie di investimenti pubblici, si è passati oggi a una molteplicità di enti indipendenti e basati su una grandissima varietà di scopi.
La musica giovanile nel Regno Unito continua ad essere molto praticata ma, come dicevamo, via via i governi hanno provato spesso a rimuovere (o perlomeno ridurre) il suo ruolo nei programmi ufficiali di studio e oggi sono spesso i genitori che pagano lezioni private, radicando ulteriormente la natura socialmente divisa della musica classica. Se una ventina di anni fa le lezioni di fagotto di Geoff sono state pagate dal Provveditorato agli studi e per gli anni seguenti è stato facile avere lo strumento in prestito senza alcun costo diretto, questo sussidio è in gran parte sconosciuto oggi, se non all’interno di complessi sponsorizzati (come il movimento delle Brass Band inglesi). Oggi infatti il quadro è radicalmente mutato e c’è stata un’enfasi nel commissionare direttamente servizi al settore, opposto al semplice erogare servizi o al finanziamento diretto alle organizzazioni (che potevano usarlo a propria discrezione).
Questa branca di quello che in inglese è indicato come “charity sector“, “not-for-profit sector” o anche “third sector“ comprende un gran numero di enti e da una ventina d’anni la sua importanza sta crescendo. Da un lato, dopo gli anni ’80 vi ha contribuito una maggiore attenzione verso le questioni sociali, della qualità della vita e dell’istruzione durante i governi guidati da Blair e Brown. Dall’altro vi ha contribuito l’aumento consistente delle donazioni da parte dei cittadini, che si “appropriano” in questo modo di tali enti e permettono loro di ampliare la gamma dei servizi offerti. E’ proprio questo il caso della Cobweb Orchestra. Fondata nel 1995 come progetto di sensibilizzazione della Northern Sinfonia, un’orchestra professionale desiderosa di attirare nuovo pubblico, ha sviluppato una propria vita indipendente arrivando a comprendere sette gruppi e oltre duecento membri. La filosofia del dell’orchestra è aperta: chiunque può venire e se ci sono dieci flauti, suonano dieci flauti. Ruth, dal canto suo, ha iniziato ad imparare il violoncello in pensione, nel 2006, in base al motto che è “meglio tardi che mai”.
Tuttavia il fatto che questi progetti musicali si facciano promotori di alcuni valori (tra cui la gioia del fare insieme e l’universalità della musica sono a parole tra i più gettonati) spesso fa tacere, rispetto all’identità stessa di un’orchestra, diversi frame d’azione. E l’azione musicale rischia, nel mentre cerca di promuovere valori di gruppi o individui (sia anche esso quello della pace), di celare alcune considerazioni e rendere implicite alcune discriminazioni (per esempio se limitare l’accesso in base al livello musicale dei partecipanti).
La categoria più ampia di orchestre amatoriali sono le community orchestra, ossia orchestre fondate specificamente su base locale, in particolare nelle piccole cittadine campagnole come la Culm Valley Orchestra, nel Devon inglese, o la Winslow Concert Band nelle Midlands. Le orchestre locali non sono un fenomeno tipico solo delle piccole cittadine. Anzi, nello stesso quartiere in cui sono nati i Red Devils e il Manchester City (che come è noto nasce al duplice scopo di fare da legame sociale e contrastare la criminalità del quartiere), la Gorton Philharmonic Orchestra è una delle più vecchie del Paese. Fu fondata nel 1854 da un gruppo di musicisti che si vedevano a casa di Mr Blackshaw in Brook Green Lane, Gorton, Manchester. Nel 1945 l’amministrazione della Belle Vue, la nuova sede dei concerti, richiese che questi avvenissero di sera e cominciarono ad essere eseguite delle “prove aperte”, in modo da avvicinare il pubblico alle attività musicali. Le community orchestra, a base locale, generalmente non fanno audizioni e il tipo di interazione è fondamentalmente orizzontale e indipendente dalla qualità musicale espressa.
Altre orchestre nascono da particolari ordini professionali, come la London Medical Orchestra, la London Doctors Orchestra & Choir o la Lawyer’s Music Orchestra. Il loro scopo è quello fondamentalmente di alleviare il tempo libero delle ricche e colte classi borghesi della metropoli. Anche in questo caso l’accesso è spesso non regolato a severi criteri musicali ma hanno un ruolo importante nello stabilire quei “weak ties” descritti da Granovetter (1973): sono una rete sociale integrata all’interno della professione che genera fiducia e crea relazioni di scambio diverse da quelle della razionalità economica. I soggetti inseriti in questa rete di legami deboli, fatti cioè di conoscenze non troppo strette, legate ad un campo esterno alla professione, quale è la musica, hanno più possibilità di accesso ad informazioni e quindi a potenziali posizioni lavorative di proprio interesse, rispetto a coloro che investono socialmente soltanto nei legami forti (familiari) o a forme iposocializzate di selezione (come la valutazione tramite colloquio con uno sconosciuto).
L’impiego del denaro è legato ai valori collettivi che i diversi gruppi decidono di perseguire e ci permette di introdurre altre due categorie di orchestre amatoriali. Sono poche, e soprattutto a scopo confessionale, le orchestre che non necessitano di un proprio finanziamento. Una di esse è Sound Worship, che riunisce i musicisti cristiani nella diocesi di Winchester. Un’altra è invece Biddulph & District Youth Orchestra, afferente alla Chiesa Metodista della piccola cittadina di Biddulph, nello Staffordshire. In qualche modo anche queste orchestre devono “rendere un favore” alla propria Chiesa, per esempio suonando e partecipando attivamente alle cerimonie, alle feste e alle occasioni di raccolta fondi.
Il fatto che ormai la performance musicale classica (e con essa gran parte della vita culturale dell’Unione Europea) veda oggi ristretto il suo mercato e necessiti di cospicui finanziamenti ha alcune importanti conseguenze poiché in UK è normale che anche le community orchestra si comportano in parte come quelle professionali, ossia pretendano il pagamento di un biglietto per assistere alle loro performance. Secondo Geoff Russel, addirittura, sembra oggi di assistere a un ritorno al grande desiderio di concerto pubblico nato all’epoca di John Banister, anche se con le opportune differenze, poiché lo scopo di Banister era ottenere lucro per sé mentre quelli delle orchestre amatoriali hanno destinazioni diverse dai musicisti coinvolti: ognuno vuole la sua orchestra amatoriale.
L’osservazione che si può fare a questo proposito e con relativa sicurezza è che la differenza tra concerti amatoriali e professionali non si basa sul fatto di far pagare un ingresso (atto di fatto comune a diversi tipi di orchestra) ma in base al destino del finanziamento: in caso di amatori i musicisti non si dividono i proventi (troppo esigui se vogliono competere sul mercato e sempre limitati alla formula del rimborso spese), ma più spesso decidono di dedicarli a scopi comuni, come l’affitto delle sale prove o il pagamento di strumentazione musicale. Come in Francia, in Belgio o in Svizzera, e a differenza che in Italia, quasi tutte le prestazioni orchestrali sono considerate una prassi cui va tributato un riconoscimento anche economico da parte del pubblico, indipendentemente dalla loro qualità.
Accanto alle orchestre a scopo confessionale esistono quelle a scopi prettamente politici e la cui raccolta fondi ha un preciso scopo oltre al mantenimento. In queste orchestre normalmente la selezione non avviene in base al livello dei musicisti né alla loro localizzazione, ma in base alla condivisione di particolari concezioni morali. London Gay Symphony Orchestra (LGSO) è stata fondata nel maggio 1996 da un gruppo di amici guidati da Robin Gordon-Powell, il primo direttore, ed è stata costituita per “dare alle persone l’opportunità di godere di un ambiente amichevole per suonare e di sostegno senza il timore di incontrare pregiudizi”. Gli obiettivi dell’orchestra comprendono il fornire uno spazio sicuro e di supporto per i musicisti di tutte le sessualità, condividere la passione per la musica orchestrale con il pubblico, contribuire alla vita di molti LGBT (Lesbian, Gay, Bisexual, Transexual) di Londra.
Nel 2004 LGSO ha partecipato al Queer Zagreb festival. Queer è un termine che deriva dal tedesco “quer” che significa “di traverso”, “diagonalmente”, ed in Inghilterra è stato un epiteto affibbiato in alle persone gay come offesa, dal momento che la sua traduzione in lingua inglese significa “eccentrico”, “insolito”, “strano”. Negli anni settanta in Inghilterra è equivalente all’italiano “frocio”, tuttavia la sua connotazione non è solamente negativa ma passa lungo quelle filiere di pensiero che propongono una riappropriazione del termine durante gli anni novanta, quando viene reso popolare dal gruppo di attivisti inglesi Queer Nation.
Nel corso degli ultimi dieci anni, oltre ad aver partecipato a una vasta gamma di attività ed eventi, tra cui prestazioni a vari festival nel Regno Unito e un film (Pervirella), LGSO ha anche suonato in diversi Pride a Londra ed ha eseguito la prima mondiale di alcune opere appositamente commissionate, come “Free”, un “anti-requiem” composto da membri della stessa Orchestra.
Affianco al suo impegno contro un particolare tipo di discriminazione, confermando un atteggiamento già riscontrato in molti gruppi di amatori inglesi, essa ha sostenuto, donando diverse migliaia di sterline, altre associazioni e campagne tra cui Amnesty International, Action for Southern Africa, The Food Chain, Red Ribbon International, Pride Arts Festival, Crusaid, The Albert Kennedy Trust, Kairos in Soho e l’International Community of Women living with HIV/AIDS.
La destinazione dei fondi ci permette di introdurre un’altra categoria di orchestre: quelle che dedicano i loro incassi a scopi filantropici. Anche se in modo differente dalle Settlement Houses, destinate all’azione sociale diretta e sul campo, London Charity Orchestra suona in John’s Smith Square a scopo di beneficenza. Un’altra orchestra dello stesso tipo è Adhoc Humanitarian’s orchestra, che come dice il nome stesso riunisce dilettanti e amatori in base a concreti progetti di raccolta fondi per precise battaglie umanitarie. Nel 2003, l’anno della nascita, hanno raccolto fondi (circa novemila sterline) per un ospedale a Betlemme e due organizzazioni (una palestinese e una israeliana), nel 2004 per i rifugiati tibetani in India e sta lavorando ora al finanziamento di progetti di MSF (Medici Senza Frontiere) in Pakistan. Sul sito internet dell’orchestra è scritto: “Speriamo capiate le nostre buone intenzioni. Unitevi a noi nell’apprezzare la musica e nell’aiutare quanti sono meno fortunati di noi. Vieni ai nostri concerti ed entra a far parte di qualcosa di veramente speciale. Altruism, in tune.”
Adhoc Humanitarians non è la sola a non avere una programmazione fissa delle prove e dei concerti: lo è, anche se su base educativa e non benefica, il Grantham Occasional Orchestral Workshops (GOOW), una delle due “occasional orchestra” del Lincolnshire. Uno degli scopi per cui si può suonare insieme è infatti quello di imparare a farlo. Ci sono per questo parecchie orchestre nate con scopi didattici, sia per bambini (come Cheshire Youth and Training Orchestra) sia per adulti (come la Learning Orchestra o Sturminster Newton Orchestra).
Un’altra categoria molto interessante di orchestre è appunto quella di chi si identifica in base alla qualità musicale delle proprie performance. Nelle orchestre a scopo didattico o comunque espressamente tecnico-musicale il coinvolgimento dei partecipanti è spesso limitato da audizioni. Bolton Symphony si vanta di incorporare il meglio degli amatori, dei semi-professionisti e dei professionisti di tutto il North of England e l’orchestra è completamente autofinanziata da un misto di sottoscrizioni, sponsorship e box office. Amati Orchestra si prefigge invece lo scopo di diventare una delle migliori orchestre non professionali della nazione. Sebbene siano evidenti le necessità didattiche per realizzare questo fine, essa non ha uno scopo esplicitamente educativo, bensì di competizione culturale: offrire rappresentazioni di qualità simile (o per lo meno non lontana) da quelle professionali e competere (vincendo) con quelle amatoriali. Per questo la selezione è molto severa.
Ovviamente non sempre gli scopi che ci si pongono vengono raggiunti (né per tutti tale competizione è davvero un “must”). Tuttavia il fatto di suonare orientati alla qualità del risultato musicale è l’obiettivo per cui, in questo tipo di orchestre, si sta insieme. La musica stessa dunque non è sempre un parametro neutrale rispetto agli altri scopi delle orchestre amatoriali, ma il fatto di suonare con qualità, implicito in ogni ente cui è richiesta la professionalità delle prestazioni, viene talvolta ribadito anche in ambito amatoriale. Tanto che esistono anche, all’opposto di Amati orchestra, gruppi che non fanno della loro qualità musicale né un mezzo né un fine della propria attività, anzi, solo uno spauracchio. E’ questo il caso di The Real Terrible Orchestra e Rusty Orchestra, il cui scopo è, ostentatamente, “non musicale”. E non bisogna commettere l’errore di pensare che sia una trovata recente o strana, anzi, basta ricordare l’illustre precedente storico della Portsmouth Sinfonia, costituita da un gruppo di studenti della Portsmouth School of Art nel 1970. Per entrarvi, i membri dovevano essere non musicisti o comunque, se già musicisti, non dovevano avere esperienza precedente sullo strumento che suonavano nell’orchestra.
Continuando nell’esame degli scopi musicali delle orchestre amatoriali inglesi, a Londra (dove la maggior concentrazione anche di musicisti favorisce la “specializzazione” dei mandati) non mancano orchestre che si identificano in base al tipo di repertorio, come London Contemporary Chamber Orchestra, che esegue solo musica contemporanea, o London Gypsy Orchestra, che preferisce la musica dell’Est Europa. Oppure quelle che si riuniscono intorno a particolari strumenti, come la Fretful Federation Mandolin Orchestra. E sono anche moltissimi i gruppi classic-falk che si dedicano a particolari stili musicali, soprattutto in Scozia.
Elencati tutti questi frame di azione dei gruppi di amatori inglesi, è riduttivo pensare che ogni orchestra operi in base ad una sola di queste prospettive. A tutti gli effetti nella realtà si scende in ogni gruppo ad un gran numero di compromessi e la scelta di un’eguaglianza di tipo individuale e universale (magari basata sul livello tecnico) e una di tipo comunitario o basata su una certa affinità morale è applicata diversamente di volta in volta.
La gestione di questi gruppi pone perciò un problema in merito ai tipi di politiche che si attuano (favorire i bravi, i volenterosi, i poveri, i giovani, gli omosessuali, tutti….). Non si deve inoltre pensare che anche chi fa musica con il solo scopo di fare musica in fin dei conti non compia una scelta ben precisa ed agisca, per quanto magari inconsapevolmente, in nome di una precisa estetica. In un periodo in cui la musica fine a se stessa, l’“art pour l’art”, è solo una delle possibilità o uno dei frame che possono guidare l’azione di singoli e orchestre, non è affatto strano se invece che un fine molte persone e organizzazioni ritengano la musica anche un mezzo per veicolare messaggi diversi. Anzi, all’interno di una precisa politica, come è successo con la de-statalizzazione dell’educazione musicale nel Regno Unito, molti gruppi e molti individui hanno potuto scegliere via via in quale frame morale inquadrare le proprie attività musicali. Le associazioni orchestrali amatoriali sono diventate una preziosa risorsa di stimoli per l’enactment individuale, rotte diverse a disposizione dei musicisti dilettanti in sulle quali navigare. Tuttavia sono anche un mondo ricco di contraddizioni, all’interno e all’esterno della stessa gestione di un gruppo.