I Proms Concerts tra nazionalismo e globalizzazione
Le Settlement Houses, nate a Londra alla fine del XIX secolo e poi diffuse in tutto il mondo, sono un primo modo di canalizzare la voglia e il desiderio di partecipazione verso obiettivi comuni e a scopi sociali. Ma esiste un’altra tradizione, puramente inglese, di attivazione fondata sulla musica: i Proms Concerts. All’inizio avevano lo scopo di divulgare la musica classica a chi non ne aveva accesso (in linea con le politiche vittoriane e filantropiche dell’epoca), educare alla musica classica larghi strati della popolazione. Ma se è sempre stato forte anche il loro carattere nazionalistico, essi si sono trasformati in un sistema internazionale e complesso, fatto di tecnologie di comunicazione di massa e al contempo progetti a carattere locale, partecipativo e di integrazione culturale. Il trend opposto del processo che ha visti coinvolti i conservatori italiani, trasformati da enti assistenziali in scuole di alta formazione.
L’origine dei Proms Concert
Il primo concerto Proms ha avuto luogo il 10 agosto 1895 ed è stato il frutto dell’impresario Robert Newman. Newman aveva precedentemente organizzato l’orchestra sinfonica presso la Sala della Regina (di nuova costituzione a Londra alla sua epoca), ma il suo obiettivo era quello di raggiungere un pubblico più ampio, offrendo programmi più popolari, un clima più informale e prezzi dei biglietti ridotti. “Ho intenzione di eseguire concerti serali e formare il pubblico in varie tappe – spiegava il musicista – popolare in un primo momento, aumentando gradualmente il livello fino a quando si sarà creato un pubblico per la musica classica e moderna”.
Nel febbraio del 1895 Newman, con l’aiuto del direttore d’orchestra Henry Woods, avviò così la prima stagione Proms. I programmi erano forse troppo generosi per gli standard odierni (circa tre ore di musica), ma l’atmosfera era informale, era ammesso bere, mangiare e fumare durante le performances e i biglietti costavano poco: uno scellino (5p) per un unico concerto o una ghinea (£ 1.05) per un abbonamento. Inoltre i programmi erano sempre alleggeriti da una ricca gamma di canzoni a sfondo nazionalistico, come Land of Hope and Glory – sulle note di Elgar – o Rule Britannia!, che tradizionalmente sono cantate in coro anche dal pubblico.
Con questo repertorio, i Proms sono sempre stati un prezioso elemento di nazionalismo (indimenticabili per chiunque vi abbia assistito le più celebri melodie di Elgar cantate dall’intero pubblico di Hide Park o della Royal Albert Hall), oltre che di divulgazione delle novità musicali.
Il nazionalismo dei Proms
Il lato nazionalistico dei concerti ha sollevato, con l’espandersi della visibilità dei concerti, sempre più critiche. Leonard Slatkin, direttore principale della BBC Symphony Orchestra dal 2000-2004, ha espresso il desiderio di attenuare il nazionalismo delle esibizioni e nelle ultime delle stagioni, dal 2002 fino al 2007, Rule Britannia é stata ascoltata come parte della Fantasia di Wood. Slatkin, americano, è il primo non-cittadino del Commonwealth a guidare il Last Night. Questo concerto ha visto negli ultimi anni la presenza altalenante delle canzoni patriottiche di Wood, a volte sostituita da fanfare appositamente commissionate, estratti della musica per i fuochi d’artificio di Handel, altri brani commemorativi. Nel 2009, per la prima volta, il Last Night è stato trasmesso in diretta in diversi cinema anche Asia, Canada e Australia.
Sempre di recente Margaret Hodge, Ministro di Stato presso il Ministero per la Cultura, Media e Sport, ha dichiarato che “i Proms sono dei più grandi eventi culturali in cui molte persone non si sentono a proprio agio a frequentare”. Sebbene tali commenti abbiano ricevuto ampie critiche nel mondo musicale e dei media come una fondamentale incomprensione della natura dei Proms (persino Gordon Brown ha preso le distanze da tali osservazioni), era chiara nelle parole del Ministro l’invocazione a un aumento dei lavori multiculturali e la ricerca di ampliamento della base sociale del pubblico e dei fruitori.
Il Last Night Concert fra tradizione e innovazione
Il più sentito dei concerti della stagione Proms è da sempre il Last Night Concert, che si tiene di solito il secondo Sabato di Settembre ed ha tradizionalmente una vena più leggera ma anche evidentemente nazionalista, britannica, e prevede in programma essenzialmente classici popolari seguiti da una serie di brani patriottici inglesi. La sequenza inizia tradizionalmente con Pomp Edward Elgar & Circumstance March No. 1 (accanto alla quale si canta in coro Land of Hope and Glory), continua con la Fantasia on British Sea Songs di Henry Wood e culmina di regola con Rule Britannia! di Thomas Arne. Il concerto si conclude con Hubert Parry Jerusalem (su testo di William Blake) e l’inno nazionale britannico. Come bis viene eseguita la marcia Elgar, come dal 1901. La sequenza di chiusura del secondo tempo è tradizionalmente fissa dal 1954. E anche in questo caso esiste una precisa politica dei biglietti: per acquistare un posto a sedere in anticipo per questo concerto è necessario aver acquistato almeno cinque biglietti per i Proms della stagione.
Nel dopoguerra, con la crescente popolarità del “Last Night”, l’unico modo per ottenere i biglietti è stata una sorta di domanda di ammissione, da presentare per corrispondenza con largo anticipo insieme ad una busta risposta affrancata e indirizzata. I più fortunati ricevevano indietro i loro biglietti. Oggi (2012), il costo dei biglietti in piedi (da molti considerati i migliori per il clima che si respira più che per la comodità di stare tre ore in piedi con solo dieci minuti di pausa) è di cinque sterline, come per tutti gli altri concerti, ma in quest’occasione le code per i biglietti sono presenti molto prima del solito (negli anni passati alcuni hanno dormito fuori della sala fino tre settimane prima per proteggere il loro posto in coda). Il cameratismo risultante aggiunge all’atmosfera colorata e festosa, che va dallo smoking alle T-shirt patriottiche con la bandiera britannica, trombette, palloncini e petardi. Durante la notte il busto di Sir Henry Wood è portato su un palco e sormontato da una corona di alloro.
Un’altra tradizione del Last Night è che verso la fine il direttore fa un discorso ringraziando i musicisti e il pubblico, precisando i principali temi affrontati nel corso della stagione, dando conto delle donazioni ricevute e annunciando la data della prima notte dei Proms della stagione successiva. La tradizione del discorso risale al 1941 e alla prima stagione dei Proms alla Royal Albert Hall e fu tenuto, ovviamente, da Sir Henry Wood.
La BBC e i Proms nel primo ‘900
La crisi in arrivo all’inizio del XX secolo e la Prima Guerra Mondiale portarono nel 1927 la BBC (nata con il compito di educare e informare la popolazione) a gestire finanziariamente i Proms e nel 1930 la BBC Symphony Orchestra assunse anche tutte le responsabilità musicali. Poco dopo però, nel 1939, la Gran Bretagna dichiarò guerra alla Germania, la Sala della Regina venne distrutta da un bombardamento della Luftwaffe e la BBC annunciò che non era più in grado di sostenere le spese di questa iniziativa. Dunque nelle stagioni del 1940 e 1941 si dovette cercare supporto tramite le sponsorizzazioni private e l’orchestra della BBC lasciò il posto alla London Symphony Orchestra, anche se intense incursioni aeree hanno fatto durare la stagione del 1940 solo quattro settimane.
Dopo la guerra l’unica sala sufficientemente ampia disponibile a Londra per i concerti orchestrali è stata la Royal Albert Hall, che con il ritorno della BBC a parziale sostegno del progetto divenne la sede ufficiale (e lo è ancora oggi) di questi concerti. Le serate tradizionali con musica di Wagner erano diventate fuori moda e dal 1953 sono state sostituite con serate viennesi e da un progressivo aumento del numero di orchestre partecipanti. La Manchester Hallé Orchestra, diretta da Sir John Barbirolli, è stata la prima orchestra non londinese a suonare ai Proms, seguita negli anni dalla Bournemouth Symphony Orchestra e dalla Filarmonica di Liverpool.
Nel 1959, con l’arrivo di William Glock come incaricato della BBC, l’identità dei Proms cominciò a cambiare. Il repertorio di base orchestrale è stato ridotto per dare spazio a uno stile più sperimentale della programmazione e tra il 1959 e il 1964 il numero di nuove opere raddoppiò. Altre importanti innovazioni degli anni ’60 sono state l’introduzione di opera liriche complete (a partire dal 1961 con la produzione del Don Giovanni di Mozart), concerti di orchestre e direttori non inglesi (la stagione 1963 ha portato figure internazionali quali Solti, Stokowski e Giulini, e nel 1966 il primo ensemble straniero: l’Orchestra della Radio di Mosca, seguita subito dopo dal Concertgebouw di Amsterdam, dall’Orchestra della Radio Polacca e dalla Czech Philharmonic).
Fu questo periodo che vide la trasformazione dei Proms da un’impresa di successo ma piuttosto conservatrice a un grande festival internazionale aperto alla musica più popolare e contemporanea e anche gruppi di culture straniere non occidentali (tra cui l’India, Thailandia, Indonesia e Giappone), la musica per percussioni, jazz, gospel, musica elettro-acustica e concerti discovery per i bambini. E gli anni ’70 hanno visto aumentare ancora le attività del festival, come una serie di concerti a tarda notte e vere e proprie lezioni sulla musica che si sarebbe ascoltata, i pre-Prom Talks.
Come coinvolgere il pubblico?
Il campo di applicazione dei Proms è aumentato enormemente dal 1895 ed è in parte variato anche il tipo di coinvolgimento. Sebbene il concetto base di Henry Wood, diffondere la musica classica, rimane in gran parte inalterato, quello che era cominciato come un allargamento del campo di azione musicale dei Proms cominciò a implicare anche nuove relazioni con il pubblico. Nel 1996 una serie di otto concerti da camera all’ora di pranzo è stata avviata il lunedì in sale più piccole e delocalizzate rispetto alla Royal Albert Hall: prima nella Sala Britten del Royal College of Music (di fronte alla Royal Albert Hall), poi all’Henry Cole Lecture Theatre presso il Victoria and Albert Museum e alla Cadogan Hall, vicino Sloan Square.
Dopo aver girato per le più prestigiose sale di Londra e aver inserito tra le attività una serie di iniziative culturali e divulgative, la fine degli anni ’90 è l’era dell’espansione televisiva dei Proms. Dal 1998 al 2007 viene avviata una collaborazione con il programma televisivo della BBC Blue Peter per un programma sulla musica chiamato il “Blue Peter Prom”, seguito dal 2008 da un nuovo programma dal titolo “Doctor Who”. Lo scopo era estendere il numero di bambini e famiglie da coinvolgere facendo leva sulla televisione e sul linguaggio informale e facendo partecipare il pubblico alla musica anche attraverso battute e classici popolari. Negli anni successivi sono stati inventati il primo “Commedia Prom”, con ospite il comico e pianista Tim Minchin, così come il ballo di fine anno dei bambini basato su “Horrible Histories”, una serie televisiva CBBC caratterizzata dalla narrazione cantata in forma di gingle delle terribili storie di personaggi famosi e meno famosi del passato.
I Proms oggi
Oggi, oltre a questi programmi, tutti i concerti sono in onda su BBC Radio 3, sui canali televisivi BBC Four (e talvolta anche BBC One e BBC Two) oltre che in diretta streaming dal sito web della BBC Proms e, il Last Night Night Concert di chiusura della stagione (che va da maggio a ottobre) è trasmessa in molti paesi in tutto il mondo, soprattutto nel Commonwealth. Unica eccezione alle messe in onda è stato il concerto della Israeli Philharmonic Orchestra, interessato da interruzioni filo-palestinesi e di cui il Palestine Solidarity Campaign (una grossa associazione inglese di supporto alla causa palestinese) aveva sollecitato il boicottaggio il 1 settembre 2011.
In ogni caso, il rapporto con il nazionalismo è profondamente mutato nel tempo. La stagione del 2009 ha visto la realizzazione di cento concerti, un vero e proprio record, e la celebrazione di un grandissimo numero di autori (almeno una quindicina, tra cui Elgar, Hayd, Mendelssohn, Villa-Lobos…) ed è stato eseguito un Proms dedicato alla musica di Bollywood come parte di una giornata lunga serie di concerti ed eventi riguardanti anche la musica classica indiana. Ai concerti ha partecipato anche la West-Eastern Divan Orchestra di Daniel Barenboim, il cui nome riprende una serie di poesie di Goethe, a sua volta ispirata alla scoperta della cultura araba e del poeta Hafiz, incentrata sull’idea dell’altro (Barenboim 2007).
Con l’ingresso nell’era di Internet, dal 2010 la BBC ha messo a disposizione un archivio sul sul suo sito internet per consentire la ricerca sistematica di tutti i lavori che sono stati eseguiti e di tutti gli artisti che sono apparsi. Ma il dato caratteristico resta il coinvolgimento diretto dei partecipanti con la voce, cantando, e dalla nascita dell’Orchestra Proms, un orchestra infantile in cui i bambini e le loro famiglie possono fare musica con i musicisti della BBC. La richiesta è talmente alta che la Royal Albert Hall potrebbe essere riempita più volte con le persone che desiderano partecipare al Last Night. Per questo dal 1996 i concerti sono trasmessi anche ad Hyde Park (adiacente alla Hall) ed altre località sono state aggiunte negli ultimi anni (tra cui Belfast, Glasgow, Swansea e Manchester). Dal 2007 oltre che la trasmissione in streaming del Last Night, Manchester, Middlesbrough, Belfast, Glasgow e Swansea hanno ospitato alcuni Proms in the Park. Ogni luogo ha il suo proprio concerto dal vivo, in genere giocando rispettivi inni nazionali dei diversi stati inglesi prima di entrare in un collegamento in diretta video dalla Royal Albert Hall per il finale tradizionale.
Il pagamento dei biglietti è un aspetto importante del festival: con oltre 1000 posti in piedi disponibili per ogni concerto, sia in in platea sia in alto nella galleria della sala, tutti i concerti e tutti i posti hanno il medesimo prezzo (5 Sterline nel 2012), e dal momento che i biglietti non possono essere acquistati in anticipo fare la coda è l’unico modo per entrare e un elemento essenziale per cominciare a socializzare, cantare, truccarsi, bere una birra, insomma entrare a far parte della grande festa che di lì a poco coinvolgerà decine di migliaia di persone in tutta Londra.